Segni storico-artistici nel paese dell’Arcangelo
Fra i monumenti più notevoli troviamo il santuario di San Michele Arcangelo e il castello, ma ce ne sono anche altri degni di attenzione.
I Signori che dal XII al XVIII secolo si avvicendarono a reggere quello che fu definito l’Honor Montis Sancti Angeli impressero i segni storico-artistici più significativi dell’intero Gargano.
Fra i monumenti più notevoli troviamo il santuario di San Michele Arcangelo, il complesso di San Pietro formato dalla chiesa di San Pietro, dalla chiesa di Santa Maria Maggiore e dal Battistero di San Giovanni in Tumba, e il Castello. Ma ce ne sono anche altri degni di attenzione.
L’attuale Municipio è stato ricavato da un ex monastero dei Celestini, fatto costruire dalla principessa angioina Agnese di Durazzo; del complesso originario rimangono il campanile e la chiesa di San Benedetto, che conserva un bel portale ogivale del 1340.
Nella parte bassa dell’abitato si trovano altri interessanti edifici, come il cosiddetto Ospizio della regina Giovanna; l’antichissima chiesa di Sant’Apollinare risalente al VII-VIII secolo; la chiesa di Sant’Antonio Abate, risalente al XII secolo ed ora sconsacrata; la chiesa di San Francesco del 1351, fatta costruire dalla regina Giovanna della quale all’interno si custodisce il sepolcro.
A questo proposito va ricordato che, secondo alcuni storici, la regina Giovanna, ostile a Carlo III, sarebbe stata imprigionata e assassinata a Mauro di Lucania e successivamente sarebbe stata trasportata a Napoli, dove avrebbe trovato sepoltura presso le tombe dei re angioini nella chiesa di Santa Chiara.
Secondo altri storici, invece, il re Carlo avrebbe accolto l’estremo desiderio della sua vittima rinchiudendola nel castello di Monte Sant’Angelo, dove la regina sarebbe stata strangolata da quattro sicari, 22 maggio 1382, mentre era assorta in preghiera.
Il suo cadavere sarebbe stato tumulato nella modesta e ignorata chiesa di San Francesco, fatta edificare dalla regina stessa. Il sarcofago, scolpito in pietra dura, rappresenta una donna giacente in abiti regali, a braccia conserte e con il capo coronato poggiato sopra un cuscino. Sul basamento sono scolpiti ad altorilievo tre medaglioni raffiguranti un Santo in preghiera, un Ecce Homo e una Madonna. Negli spazi fra i medaglioni si trovano due scudo con le insegne araldiche dei Sanseverino.
Un cenno a parte merita il Museo delle Arti e delle Tradizioni popolari, che si trova presso l’ex Convento di San Francesco. Il Museo conserva costumi, arredi, attrezzi di lavoro, oggetti di artigianato e oreficerie che documentano l’arte, la vita, il lavoro delle genti garganiche; materiali raccolti dall’etnologo Giovanni Tancredi a partire dal 1925.